L’analisi spaziale viene applicata prevalentemente nell’ambito della geografia umana.
Nel 1832 è stata usata per la prima volta in campo epidemiologico dal geografo francese Charles Picquet. La mappa che produsse mostrava, tramite un gradiente di colore, il numero dei morti di colera all’interno di 48 distretti parigini.
Con la diffusione dei primi calcolatori durante gli anni ‘80, l’analisi spaziale iniziò ad essere applicata anche ad una scala più ampia.
Il suo scopo era ridurre il livello di soggettività nell’interpretazione dei dati cartografici. In archeologia è stata accolta con diffidenza, perché inizialmente non era stato compreso appieno il contributo che questo tipo di analisi potevano portare in campo archeologico. Successivamente, i pregiudizi sono lentamente caduti, ed oggi l’analisi spaziale è applicata anche in archeologia.
In sostanza, l’analisi spaziale trasforma i dati pregressi in nuove informazioni, che a loro volta possono essere ascrivibili a determinati tendenze o modelli. Il grado di accuratezza dei risultati è direttamente proporzionale all’affidabilità dei dati di partenza, di conseguenza il risultato dell’analisi spaziale non deve essere accettato a priori, ma bensì come frutto di una misurazione complessa che si è liberi di accettare, scartare o interpretare in altro modo.
Ecista, fa generalmente uso di analisi spaziali tese a comprendere da un lato la distribuzione degli insediamenti, dall’altro le infrastrutture che ne hanno permesso lo sviluppo. Nel primo caso rientrano tutte quelle analisi che mettono in relazione l’insediamento/i con il territorio, come la densità insediativa e i poligoni di Thiessen o Voronoi. Nel secondo invece si collocano quelle legate al concetto di vicinanza e lontananza, come le buffer (ovvero un areale che può essere generato su elementi puntuali o lineari in base a distanze definite dall’utente) e il vicino più prossimo.
Analisi di questo tipo sono state effettuate con successo in numerosi contesti. Ovviamente, il tipo di analisi da utilizzare varia a seconda della misurazione che si intende ottenere.